Ronax 500 | Cavalli Vapore

Ronax 500

Ronax 500

in Moto
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Ronax 500 – “Two is megl che one” esclamava un giovane Stefano Accorsi che, nello spot di un gelato dei primi anni 90’, tentava goffamente di approcciare una bella tedesca su una ideale spiaggia della riviera romagnola.
Oggi nel medesimo slang romagnolo/inglese-maccheronico direi “two is megl che quattr” riferendomi ad un’altra bellissima tedesca di nome Ronax 500.

Questa moto costruita a Dresda è un “two” nel senso che ha un propulsore a due tempi diversamente dalla quasi totalità delle moto prodotte in serie attualmente, dotate di motori ciclo 8 a quattro tempi.

Molti tra i più attempati amano ancora le moto 500 da corsa (due tempi) che furono guidate da Kevin Swantz, Mich Dohan, Max Biaggi e Valentino Rossi per ultimo. Moto difficili da guidare e scorbutiche ma anche leggere, veloci e caratterizzate da un sound che per generazioni è stato il richiamo più forte al mondo delle corse.

Oggi un motore due tempi di media cilindrata è considerato, per certi versi a ragione, obsoleto e inquinante però è anche più leggero, con un’erogazione della coppia esplosiva e un carattere inconfondibile. Questo l’aspetto che manca di più a chi ha guidato o posseduto una delle 500 race replica che verso la metà degli anni 80 sono state “impunemente” prodotte da case come Suzuki e Yamaha.

La produzione di una race replica come la Ronax 500 era considerata una idea irrealizzabile (anche dal sottoscritto), ma i tedeschi, che spesso accusiamo ingiustamente di essere prevedibili o scontati, ci hanno stupito con questa moto che appare come una replica della Honda NSR che con Valentino Rossi ha vinto l’ultimo titolo classe 500.
Il riferimento alla moto del pesarese non è molto celato: gli esemplari prodotti saranno 46 (come il numero di punzonatura di Valentino) e sul codino e cupolino della moto sono in bella mostra gli stessi numeri in giallo, inoltre la presentazione è stata annunciata 46 giorni prima dell’evento.

A tal proposito resta da capire quale siano i rapporti della factory di Dresda con il pilota Yamaha, visto che Valentino non appare nemmeno con un autografo su questa nuova moto e non è stato nemmeno protagonista della sua presentazione, immaginiamo probabilmente per vincoli contrattuali con Yamaha.

Altri dubbi riguardano l’omologazione stradale della moto. La ronax 500 viene venduta omologata con degli specchietti e un faro nascosto nella presa d’aria frontale della carena. Non sembra una stradale ma in effetti lo è, come sottolinea marcatamente il costruttore. Ora ci chiediamo, come si classifica in base alle norme anti-inquinamento 2014 un due tempi di 500 cc, che pur dotato di iniezione elettronica emetterà una certa quantità di olio incombusto dagli scarichi? Ci sarà qualche diavoleria elettronica e meccanica che permetterà ai pochi utenti di questa dream-bike di circolare ogni giorno?

Dalle specifiche leggiamo che la moto è dotata di iniezione elettronica e due mappature, questa è una novità per i “duetempisti” abituati ad un motore selvaggio e per certi versi indomabile ma la modalità rain ormai è un must irrinunciabile, un ausilio elettronico utile, soprattutto se state guidando una moto da 160 cv a 11500 rpm e con un peso di soli 145 kg a secco.

Veniamo alle note dolenti, o meglio alla nota dolente: il prezzo. L’esclusività si paga, non c’è dubbio, chi acquista la Ronax 500 dovrà sborsare ben 100.000 euro e se si anticipa il 30% si potrà avere la possibilità di provare la moto in circuito prima dell’acquisto. Bene con un tale esborso economico si comprano quasi due Ducati Panigale Superleggera…”two is megl che one”?….forse.

Ultime da Moto


Triumph City Tour Milano 2014

Triumph: Secondo Triumph City Tour, Milano

in Storie di Passione/Triumph
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Per il secondo anno consecutivo i ragazzi del Triumph Club Milano (http://www.triumphclubmilano.org/) hanno organizzato il Triumph City Tour, parata notturna riservata ai felici possessori di moto del marchio inglese.

Ritrovo dalle 21 al piazzale della metropolitana di Pagano, disbrigo delle pratiche di registrazione e poi via, partenza alle 22 in punto, destinazione piazza Affari.

L’anno scorso si sono contate quasi 300 moto, per quest’anno aspettiamo i dati dal club ma ad occhio la partecipazione è stata davvero massiccia.

Ritrovarti immerso a un biscione di moto tutte simili tra loro è fantastico. Da dentro il casco, tutte le volte che mi guardavo attorno vedevo solo tante “gemelline” dalla mia Street e tantissime Boneville nelle più svariate versioni. Tutte quante con quel logo Triumph sul serbatoio che ti ricorda che sei li per condividere non solo la passione per la moto, ma soprattutto per uno stile di motociclismo.

La Polizia Municipale di Milano apre il corteo. Pensavo sarebbe stato bello vederli in borghese alla guida di una Triumph; invece, vederli in divisa in sella alle loro BMW è stato ancora meglio. Soprattutto quando ai semafori ci incitavano a sgasare e a insistere sul clacson; oppure quando, qualcuno di loro galvanizzato dall’atmosfera bollente, al semaforo è partito con il gas a martello puntando la ruota anteriore al cielo… bravi!

A proposito di bollente, non c’era solo l’atmosfera del raduno, i 35 gradi e la cappa di milano ma anche…gli scarichi della mia moto.. Gli Arrow che spuntano dal codone della mia Street 675 sono stati messi a dura prova dal tragitto tutto di prima-seconda. Un’ora di andatura a passo d’uomo, frequente uso di cambio e frizione hanno mandato in ebollizione il mio mezzo che, ad ogni semaforo, pensava bene di buttar fuori acqua e liquido di raffreddamento. Un po’ in apprensione per il surriscaldamento, e dopo un’ora di sofferenza per il caldo e per la guida resa impegnativa dal fondo delle strade di milano – più adatto ai “big foot” super molleggiati che alle moto sportive – finalmente alle 23 arriviamo in piazza affari.

Quelli del club espongono la bandiera Triumph, proprio sotto “al dito”. Foto di rito, un bell’applauso e poi tutti a bere una cosa veloce prima di ritornare a casa.

E’ una bella iniziativa, è un bel momento di aggregazione e di condivisione con il resto dei milanesi, assiepati ai bordi delle strade ad applaudire e a fotografarci al nostro passaggio. Fa bene a Milano, che ha bisogno di un rilancio. E perché no, che questo passi anche attraverso la passione della moto.

Curioso, sognatore, amo i viaggi e i motori. A due e quattro ruote. Da 17" o da 19", a raggi o in lega, non importa; basta che accelerino forte e mi portino lontano. Anche con la fantasia.

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